In un contesto di tensioni tra la direzione della multinazionale StMicroelectronics e il governo italiano, l'azienda ha chiarito pubblicamente il proprio sostegno all'amministratore delegato Jean-Marc Chery. Le accuse mosse contro alcuni membri del consiglio di gestione riguardano presunte vendite irregolari di azioni prima dell'annuncio dei risultati aziendali negativi. Tuttavia, StMicroelectronics ha ribadito che tali operazioni sono state effettuate in maniera legale attraverso una procedura automatizzata, rispettando le norme fiscali svizzere. Inoltre, il consiglio di sorveglianza ha approvato un piano strategico per migliorare la competitività aziendale, esprimendo fiducia nella capacità di trasformazione del management.
Nel cuore della capitale italiana, Roma, si è acceso un dibattito tra StMicroelectronics e il ministero dell'economia italiano, rappresentato dal ministro Giancarlo Giorgetti. L'accusa principale riguarda transazioni azionarie condotte durante un periodo di "blackout", ossia un intervallo temporale in cui le comunicazioni con il mercato sono limitate. Secondo StMicroelectronics, queste vendite non erano volute dai singoli manager ma gestite automaticamente dall'amministratore del piano azionario per conformarsi alle leggi fiscali svizzere.
In un momento delicato per il settore dei semiconduttori, il consiglio di sorveglianza ha espresso il proprio appoggio al programma industriale delineato da Jean-Marc Chery e Lorenzo Grandi. Questo include l'adozione di tecnologie avanzate per aumentare la capacità produttiva delle fabbriche, passando a dimensioni di 300mm per il silicio e 200mm per il carburo di silicio. Il piano, già annunciato in precedenza, mira a consolidare la posizione di StMicroelectronics come leader globale nel settore, garantendo una maggiore efficienza e sostenibilità operativa.
Da parte del governo italiano, c'è stata una critica opposizione a queste decisioni, alimentando ulteriori discussioni sulla governance aziendale e sui conflitti d'interesse.
Dal punto di vista di un giornalista, questa vicenda evidenzia la complessità delle relazioni tra multinazionali e governi nazionali, specialmente quando interessi economici e politici si intrecciano. La difesa decisa di StMicroelectronics rivela la necessità di proteggere i propri dirigenti dalle accuse infondate, mentre la posizione del governo italiano solleva interrogativi sulla trasparenza e sull'integrità delle pratiche aziendali. Questo caso invita a riflettere sulla necessità di regole più chiare e rigorose per garantire equità e imparzialità nei mercati finanziari globali.