Nell'ambito dei settantesimi premi David di Donatello, una produzione televisiva ha conquistato un posto d'onore solitamente riservato ai film tradizionali. La serie L'Arte della gioia, diretta da Valeria Golino e basata sull'omonimo romanzo di Goliarda Sapienza, si è vista attribuire ben 14 nomination, posizionandosi come uno dei prodotti più celebrati dell'anno. Benché composta da sei episodi, questa opera non solo ha soddisfatto il rigido regolamento dei premi ma ha dimostrato anche come i confini tra serie TV e cinema stiano diventando sempre più sfumati.
La miniserie, distribuita su Sky e in streaming su NOW, ha ottenuto riconoscimenti significativi grazie al suo passaggio prioritario nei cinema. Vision Distribution ne ha garantito la proiezione in due parti durante l'estate precedente, soddisfacendo così le condizioni richieste dal regolamento David di Donatello 2025. Secondo tale normativa, per essere eleggibile, un lungometraggio deve essere programmato in prima visione in almeno due sale cinematografiche italiane con una durata di sette giorni consecutivi.
Questo caso non è isolato; precedentemente, la serie Esterno Notte di Marco Bellocchio aveva ricevuto attenzioni analoghe. Queste esperienze sollevano interrogativi sul modo in cui i prodotti televisivi vengono classificati e valutati. Molti ritengono che sia giunto il momento di introdurre premi specifici per le serie TV, senza sottovalutarne la qualità o il valore artistico.
Il successo di L'Arte della gioia si riflette nella vasta gamma di nomination ricevute, coprendo categorie principali e tecniche. Tra queste figurano Miglior Film, Miglior Regia per Valeria Golino, Miglior Sceneggiatura Non Originale e numerose candidature per il cast, inclusi Tecla Insolia, Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca. Il riconoscimento estende anche al comparto tecnico, con nomination per fotografia, scenografia, costumi e trucco.
Inoltre, la serie ha suscitato discussioni importanti sul ruolo delle produzioni televisive nell'industria cinematografica italiana. La questione del "film a puntate" mette in evidenza una distinzione arbitraria tra forme artistiche, mentre molti critici sostengono che il merito debba prevalere su etichette restrittive.
Con la cerimonia prevista per il prossimo 7 maggio, L'Arte della gioia rappresenta un esempio di come le serie televisive possano eguagliare e talvolta superare i film tradizionali in termini di qualità e impatto culturale. Questo scenario invita a riconsiderare le regole e ad aprire nuove opportunità per riconoscere adeguatamente le opere seriali all'interno del panorama cinematografico italiano.