L'amministrazione americana sta valutando l'implementazione di politiche tariffarie che potrebbero influenzare significativamente i rapporti commerciali internazionali. Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, due opzioni principali stanno emergendo per la struttura dei futuri dazi. Queste misure, che verranno comunicate ufficialmente il 2 aprile, potrebbero adottare un approccio personalizzato per ciascun partner commerciale o una tariffa universale del 20%. Tuttavia, gli esperti temono che tali decisioni possano avere ripercussioni negative sull'economia statunitense, come suggerito dalle recenti analisi di Goldman Sachs. La banca d'investimento ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione e disoccupazione, mentre contemporaneamente ha abbassato quelle sulla crescita economica.
Il dibattito all'interno della Casa Bianca si concentra attualmente su due strategie alternative per i prossimi dazi doganali. Una delle proposte prevede l'applicazione di tariffe differenziate in base ai Paesi coinvolti nei commerci con gli Stati Uniti. Questa soluzione mirerebbe a garantire reciproci benefici commerciali tra le nazioni coinvolte. Un'altra opzione considerata è quella di introdurre una tariffa uniforme del 20% applicabile a tutti i partner commerciali. Tale decisione riflette l'impegno del presidente Donald Trump a rafforzare l'economia nazionale attraverso politiche protezioniste.
Gli economisti di Goldman Sachs hanno espresso preoccupazione riguardo alle conseguenze economiche di queste azioni. Essi ritengono che l'aumento delle tariffe possa portare a un aumento dell'inflazione, stimandola al 3,5% entro il 2025. Questo scenario rappresenterebbe un incremento significativo rispetto alle precedenti previsioni e supererebbe l'obiettivo del 2% stabilito dalla Federal Reserve. Inoltre, le prospettive di crescita economica sembrano meno promettenti, con una previsione di crescita annualizzata dello 0,2% nel primo trimestre e dell'1% per l'intero anno.
In risposta a queste tensioni economiche, Goldman Sachs anticipa che la Federal Reserve effettuerà tre tagli consecutivi ai tassi di interesse durante l'anno corrente. Questi interventi avverranno nei mesi di luglio, settembre e novembre, con ogni riduzione di un quarto di punto percentuale. Tale strategia mirerebbe a mitigare gli effetti negativi dell'inflazione crescente sulle attività economiche nazionali.
I commenti del presidente Trump suggeriscono che le future politiche tariffarie potrebbero essere più flessibili rispetto a quanto precedentemente annunciato. Egli ha dichiarato che i dazi sarebbero "molto più generosi" e meno severi rispetto alle condizioni imposte dagli altri paesi agli Stati Uniti in passato. Malgrado ciò, l'incertezza rimane elevata sui dettagli specifici relativi ai Paesi coinvolti e alle merci interessate dalle nuove misure.
Gli sviluppi futuri dipenderanno in gran parte dalle decisioni finali prese dall'amministrazione americana. Le implicazioni delle politiche tariffarie non solo influenzeranno l'economia interna, ma avranno anche effetti significativi sui partner commerciali globali. Gli osservatori seguiranno attentamente l'annuncio ufficiale del 2 aprile per comprendere meglio le direzioni future della politica commerciale statunitense e le relative conseguenze economiche.