Il fotografo statunitense Jamel Shabazz è noto per aver immortalato la vita quotidiana della comunità nera a New York con un approccio unico e profondo. Già da giovane, ha scoperto il potere dell'immagine grazie all'influenza del padre, un fotografo professionista, e ai libri fotografici presenti in casa sua. Leonard Freed, con il suo "Black in White America", lo ha ispirato particolarmente, aprendogli gli occhi su realtà al di là dei confini del suo quartiere. Durante l'adolescenza, ha cominciato ad avventurarsi nel mondo delle immagini utilizzando una macchina fotografica presa in prestito dalla madre, catturando ritratti dei suoi compagni di scuola.
Il servizio militare ha rappresentato un momento cruciale nella formazione artistica di Shabazz. Trasferitosi vicino a Stoccarda, in Germania, ha scoperto come la fotografia potesse diventare uno strumento essenziale per documentare le esperienze personali e collettive di soldati lontani dalle loro case. Armato di una Canon AE-1, non si separava mai dalla sua compagna fedele, registrando ogni istante significativo. Tornato a New York a vent'anni, ha deciso di dedicarsi completamente alla narrazione della sua comunità, mostrandone sia i lati oscuri – povertà e ingiustizie sociali – che quelli luminosi, come amicizia e cultura hip-hop.
L'attenzione di Shabazz verso la connessione tra chi scatta e chi viene ritratto traspare in ogni sua opera. La mostra "Seconds of my life: photographs from 1975-2025" esprime appieno questa visione, attraverso un viaggio visivo che racconta la sua carriera ricca di passione e dedizione. Oltre alla mostra, prevista fino al 20 aprile, arriverà anche un libro intitolato "Drama & Flava", che celebra lo street style newyorkese degli anni '80. L'arte di Shabazz ci invita a riflettere sull'importanza di vedere al di là delle apparenze, riconoscendo storie umane nascoste dietro ogni istante catturato.