L'espansione delle infrastrutture digitali in Italia sta procedendo a passi rapidi, ma con sfide economiche significative. L'azienda Open Fiber, controllata principalmente da Cdp e dal fondo Macquaire, ha registrato un incremento nei ricavi fino a 675 milioni di euro nel 2024, con un margine operativo che si è espanso al 40,8% del fatturato. Tuttavia, nonostante questi risultati positivi, le perdite complessive hanno raggiunto i 364 milioni di euro, un aumento legato alle massicce iniezioni di capitale necessarie per l'ammodernamento della rete nazionale. Gli investimenti, destinati a migliorare la connettività del Paese, richiedono sacrifici finanziari a breve termine per garantire benefici futuri.
Le infrastrutture tecnologiche avanzano, ma l'utilizzo rimane contenuto. A fine anno, la rete di Open Fiber ha raggiunto quasi 16 milioni di unità immobiliari coperte, purtroppo solo una piccola parte di queste, circa 3,3 milioni, è attualmente sfruttata dagli utenti. Questa discrepanza ha portato l'azienda a rivedere i propri obiettivi temporali, spostando il traguardo per la generazione di flussi di cassa positivi al 2028. Inoltre, per sostenere le sue ambizioni, Open Fiber ha deciso di aumentare il proprio capitale di un miliardo di euro, integrato con linee di credito aggiuntive fornite da istituzioni finanziarie leader a livello internazionale. Queste risorse saranno cruciali per completare i progetti strategici, come la connessione delle aree rurali e lo sviluppo della rete ad alta velocità finanziata dai fondi Pnrr.
Guardando al futuro, l'obiettivo prioritario è quello di ampliare la rete fino a coprire oltre 20 milioni di abitazioni entro il 2035, attraverso un piano di investimento stimato in dieci miliardi di euro. Questo progetto ambizioso rappresenta un passo fondamentale verso una società sempre più interconnessa, promuovendo l'inclusione digitale e stimolando lo sviluppo economico del Paese. La collaborazione tra diverse imprese operative nel settore, inclusa Fibercop, potrebbe accelerare l'attuazione di soluzioni integrate, contribuendo alla costruzione di una rete unica nazionale. Tale avvicinamento non solo ottimizzerebbe le risorse disponibili, ma favorirebbe anche una maggiore efficienza operativa e una distribuzione equa dei benefici derivanti dalla modernizzazione tecnologica.