Cronaca
Arresti a Harare: Tensione tra Manifestanti e Autorità Governative
2025-04-01

Nel cuore dell'Africa meridionale, lo Zimbabwe è stato teatro di un episodio di tensione politica che ha portato all'arresto di decine di dimostranti. Il 1 aprile, le autorità locali hanno annunciato l'incriminazione di 95 individui per aver presunto atti di incitamento alla violenza durante una protesta pubblica organizzata il giorno precedente. Questa manifestazione, guidata da un veterano della guerra d’indipendenza e membro del partito al potere Zanu-Pf, aveva come obiettivo la richiesta di dimissioni del presidente Emmerson Mnangagwa.

Gli eventi si sono sviluppati nella piazza Robert Mugabe, nota anche come piazza della Libertà, nel centro di Harare. Circa duecento persone si erano radunate per esprimere il loro dissenso verso il governo corrente. Gli accusati vengono incolpati di aver gettato sassi contro i rappresentanti delle forze dell'ordine e di aver temporaneamente ostruito una strada principale. Tra gli slogan scanditi dai manifestanti, spiccavano richieste esplicite di cambiamento politico, come "Basta" e "Mnangagwa deve andarsene". L'iniziativa era stata promossa da Blessed Geza, critico nei confronti di chi sostiene che Mnangagwa resti in carica oltre il 2028.

Il clima teso si è riflesso nelle misure prese dalle autorità. La polizia è stata schierata in massa per garantire la sicurezza, sebbene alla fine solo pochi dimostranti abbiano effettivamente partecipato. Scuole, negozi e uffici sono rimasti chiusi, segno di un'imponente preparazione alle possibili ripercussioni sociali. Nella sera del 31 marzo, Geza ha dichiarato che non avrebbe più convocato altre proteste, ma ha assicurato che il suo impegno contro "la rete di corruzione" sarebbe continuato.

Mnangagwa, soprannominato "il coccodrillo", è salito al potere nel 2017 dopo il colpo di Stato che ha deposto Robert Mugabe. Recentemente, il presidente ha destituito il capo dell'esercito, Anselem Nhamo Sanyatwe, una mossa interpretata da alcuni osservatori come un tentativo di consolidare il proprio potere in un contesto di crescente instabilità politica. Altri, compresi i veterani della guerra d’indipendenza, auspicano che il vicepresidente Constantino Chiwenga prenda il posto di Mnangagwa, ritenendolo un leader più adatto per il futuro dello Zimbabwe.

Questi sviluppi riflettono le complesse dinamiche interne del paese, dove conflitti politici e richieste di trasparenza si intrecciano con le aspirazioni di una popolazione affamata di cambiamento. Le mosse future delle parti coinvolte determineranno il destino politico dello Zimbabwe in un momento cruciale della sua storia.

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