Cronaca
Attacchi Mortali Vicino ai Centri di Aiuto a Gaza: L'Indignazione delle Nazioni Unite
2025-06-24
La situazione umanitaria a Gaza è precipitata a livelli critici a seguito di recenti e devastanti attacchi che hanno colpito i civili in cerca di assistenza. Questa escalation di violenza ha suscitato un'ondata di indignazione internazionale, con le Nazioni Unite in prima linea nella condanna di tali atti e nella richiesta di un'immediata cessazione delle ostilità.

Un'ombra di violenza in un bisogno disperato: quando l'aiuto diventa un bersaglio.

L'orrore degli attacchi vicino ai punti di distribuzione: un bilancio tragico di vite spezzate.

Il 24 giugno, fonti della difesa civile palestinese hanno denunciato l'uccisione di almeno 46 persone in prossimità di due infrastrutture destinate alla distribuzione di aiuti umanitari, situate nel cuore e nel sud della Striscia di Gaza. Mahmoud Bassal, portavoce della difesa civile, ha riferito all'Afp che ventuno corpi e circa centocinquanta feriti sono stati ricoverati in ospedale dopo che le forze armate israeliane hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone in attesa di soccorsi sulla via Salah al Din, tra il corridoio di Netzarim e il ponte sul Wadi Gaza. Qualche ora più tardi, altre venticinque vittime sono state registrate vicino a un centro di distribuzione a Rafah, nel sud del territorio.

La controversa gestione degli aiuti: il ruolo della Gaza Humanitarian Foundation e le proteste internazionali.

Questi centri sono gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un'entità che gode del supporto di Israele e degli Stati Uniti, ma che è stata oggetto di forti critiche e contestazioni da parte delle Nazioni Unite e di diverse organizzazioni non governative. Alla fine di maggio, Israele aveva parzialmente attenuato il blocco totale imposto sulla Striscia di Gaza all'inizio di marzo, una misura che aveva aggravato la già precaria situazione, provocando una grave penuria di beni essenziali come cibo e medicinali.

La ferma condanna delle Nazioni Unite: un grido d'allarme contro i crimini di guerra e l'umiliazione dei civili.

Le Nazioni Unite hanno reagito con fermezza a queste nuove stragi, qualificandole come “crimini di guerra” e sollecitando l'esercito israeliano a “cessare il fuoco sui civili in cerca di cibo”. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha dichiarato inequivocabilmente: “L'utilizzo della distribuzione di cibo a fini militari costituisce un crimine di guerra”. Philippe Lazzarini, direttore dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA), ha espresso il suo profondo disappunto durante una conferenza stampa a Berlino, definendo l'attuale sistema di distribuzione degli aiuti a Gaza, affidato alla GHF, “un abominio che umilia e degrada persone disperate. È una trappola mortale, che miete più vite di quante ne salvi”.

Le organizzazioni umanitarie rifiutano la collaborazione: la Ghf accusata di servire gli interessi di Israele.

Le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie hanno costantemente rifiutato di collaborare con la GHF, accusandola di agire come strumento degli interessi israeliani. Secondo il ministero della salute di Hamas, dalla fine di maggio, un tragico bilancio di 467 persone è stato registrato come vittima degli attacchi dell'esercito israeliano mentre tentavano di raggiungere i centri gestiti dalla GHF.

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