La pasta italiana rappresenta ben più di un semplice alimento: è un simbolo d’identità nazionale che necessita di una visione condivisa tra imprese, istituzioni e territori. In un contesto globale sempre più competitivo, diventa fondamentale abbracciare l’innovazione senza perdere di vista le radici culturali e produttive.
Nell’ambito del dibattito sviluppato durante la tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Vincenzo Agnesi, Raffaella Poggio ha sottolineato l’importanza di superare frammentazioni passate e costruire un piano strategico a lungo termine. Questo approccio deve integrare cultura, impresa e territorio in una sinergia capace di promuovere valori unici sul mercato globale.
La forza identitaria della pasta italiana non deriva solo dal suo gusto o dalla qualità dei suoi ingredienti, ma anche dalla narrazione autentica che la circonda. Promuovere il prodotto significa raccontarne la storia, valorizzandone aspetti come biodiversità, artigianalità e sostenibilità reale. Solo attraverso una strategia coerente sarà possibile contrastare concorrenti che puntano esclusivamente su prezzo e quantità.
Alberto Falini, presidente della Fondazione Vincenzo Agnesi, ha delineato i contorni di un museo destinato a diventare un punto di riferimento mondiale per la cultura della pasta italiana. Lontano dall’idea convenzionale di un luogo statico, questo museo si propone come una “casa viva” che combina esperienze culturali ed economiche, coinvolgendo attori plurali e favorendo collaborazioni trasversali.
Il progetto non si limita a celebrare il passato, ma guarda al futuro attraverso spazi dedicati a laboratori, mostre interattive, storytelling e connessioni con il mondo accademico e della ricerca. Una parte itinerante permetterà di portare questa cultura in Italia e all’estero, contribuendo allo stesso tempo a stimolare il turismo culturale ed economico.
L’introduzione di tecnologie legate all’intelligenza artificiale, agricoltura di precisione e blockchain rappresenta una rivoluzione per il settore agroalimentare. Alberto Falini evidenzia come queste innovazioni possano migliorare significativamente l’efficienza produttiva, garantendo tracciabilità completa e riducendo l'impatto ambientale.
In particolare, strumenti come la Yield Intelligence consentono analisi predittive affidabili sui raccolti, migliorando la pianificazione agricola e facilitando l’accesso al credito grazie a dati verificabili. Questa integrazione tecnologica non solo sostiene gli agricoltori, ma crea valore per l’intero sistema, offrendo soluzioni personalizzate e sostenibili anche al settore assicurativo.
Per realizzare questa transizione, è indispensabile l’appoggio delle istituzioni con politiche integrate e di lungo termine. Gli strumenti attualmente disponibili, come il Fondo Sovranità Alimentare e i contratti di filiera, rappresentano passi importanti, ma devono essere accompagnati da incentivi mirati alla ricerca applicata, alla digitalizzazione delle PMI e all’internazionalizzazione consapevole.
Le politiche future dovranno ascoltare le esigenze concrete degli operatori del settore, semplificando procedure burocratiche e difendendo le eccellenze italiane nei forum europei. La Fondazione Vincenzo Agnesi si posiziona come un ponte tra territori, aziende e istituzioni, pronta a sostenere questa evoluzione.