Cronaca
Il PKK Inizia il Processo di Disarmo: Una Nuova Era per la Questione Curda?
2025-07-11

L'11 luglio 2025, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), da tempo in conflitto con Ankara, ha avviato il suo processo di disarmo con una cerimonia tenutasi nel Kurdistan iracheno. Questo evento storico segna un possibile punto di svolta dopo decenni di combattimenti, alimentando la speranza di una risoluzione pacifica del conflitto curdo-turco. Nonostante le incertezze e le cautele, la mossa del PKK, spinta dagli appelli del suo leader storico Abdullah Öcalan, rappresenta un tentativo concreto di deporre le armi e cercare soluzioni politiche, aprendo un dialogo complesso e delicato con le autorità turche.

La cerimonia di disarmo, originariamente prevista come un evento pubblico di ampia portata, è stata infine ridimensionata a una partecipazione limitata per ragioni di sicurezza. Si è svolta la mattina dell'11 luglio 2025 in un'area vicina a Sulaymaniyya, nella regione autonoma del Kurdistan, non lontano dalle montagne di Qandil, storicamente considerate una delle principali roccaforti dei combattenti curdi. Tra i partecipanti vi erano alcuni rappresentanti del partito filo-curdo turco Dem, che ha svolto un ruolo chiave nelle delicate trattative tra il governo di Ankara e Abdullah Öcalan. Quest'ultimo, figura centrale del PKK, è detenuto in Turchia dal 1999.

La decisione di avviare il disarmo è maturata a seguito di espliciti appelli di Öcalan, che già a febbraio aveva sollecitato la fine della lotta armata attraverso il partito Dem, con cui aveva avuto contatti autorizzati in prigione. Il leader curdo aveva enfatizzato la \"responsabilità storica\" di porre fine a un conflitto che ha provocato oltre 40.000 vittime. Il PKK aveva risposto positivamente a questa richiesta il 1° marzo, proclamando un cessate il fuoco unilaterale. Questo significativo passo è stato preceduto da una mediazione avviata nell'autunno precedente, promossa da Devlet Bahçeli, un alleato nazionalista del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, tramite il Dem.

Il 9 luglio, Öcalan, noto anche come \"Apo\", aveva ulteriormente rafforzato la sua posizione in un videomessaggio in lingua turca, confermando l'imminenza del disarmo. In questa comunicazione, aveva espresso la sua ferma convinzione nella \"forza della politica e della pace sociale, non in quella delle armi\". Nonostante questi progressi, molte questioni rimangono aperte, inclusa l'eventualità del rilascio di Öcalan una volta concluso il processo di disarmo e la definizione di un calendario preciso per l'attuazione delle fasi di smobilitazione. Le incognite persistono, e la strada verso una pace duratura appare ancora irta di ostacoli.

Permane una notevole sfiducia tra il PKK e lo stato turco, con le autorità di Ankara che finora hanno offerto poche garanzie ai combattenti curdi. Come sottolineato da Boris James, uno storico esperto di movimenti curdi, l'assenza di un mediatore terzo che possa garantire la correttezza e la trasparenza del processo è un elemento di preoccupazione. Negli ultimi mesi, il PKK ha denunciato ripetuti bombardamenti turchi contro le sue posizioni in Iraq, evidenziando la fragilità del cessate il fuoco. Dopo gli intensi scontri del 2015 che avevano colpito in particolare Diyarbakır, città a maggioranza curda nel sud-est della Turchia, i combattenti del PKK si sono in gran parte ritirati nelle montagne di Qandil, in Iraq.

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