Una regione meridionale dell'Italia ha inaugurato un progetto innovativo per il congelamento di ovociti destinato a donne sane. La Puglia, governata dal centrosinistra, ha stanziato circa 900.000 euro per questa iniziativa, denominata \"social freezing\". Il programma consente alle residenti con un reddito limitato, di età compresa tra 27 e 35 anni, di accedere a un finanziamento fino a 3.000 euro per coprire i costi di prelievo e conservazione degli ovociti, con l'obiettivo di una futura fecondazione in vitro.
Valentina Romano, direttrice del dipartimento welfare della regione Puglia, ha sottolineato l'importanza di questa iniziativa sia per le donne che per contrastare il declino delle nascite. Ha evidenziato la disconnessione tra l'orologio biologico e quello sociale, affermando che questo strumento permetterà alle donne di realizzare il loro desiderio di maternità.
L'iniziativa pugliese rappresenta la prima in Italia in cui fondi pubblici sono impiegati per il congelamento di ovociti per scopi non scientifici. Tuttavia, l'utilizzo degli ovociti per la fecondazione in vitro è consentito solo a donne sposate con un uomo, in linea con le attuali leggi italiane che vietano l'accesso a donne single o in unioni omosessuali. Questa politica emerge in un contesto di calo storico della fertilità in Italia, con il tasso medio di figli per donna sceso a 1,18 nel 2024, il minimo dal 1952.
Il governo di Giorgia Meloni ha identificato la crisi demografica come una delle sfide più pressanti per il paese, con ripercussioni sull'economia e sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici e di previdenza sociale. L'Italia presenta una popolazione anziana, con quasi un quarto degli abitanti sopra i 65 anni e solo il 12% sotto i 14. Nonostante gli incentivi come assegni familiari e sgravi fiscali su prodotti per l'infanzia, l'efficacia di tali misure è stata limitata. Attualmente, l'attenzione politica si sta spostando sull'influenzare le decisioni di vita delle donne, orientandole verso la famiglia tradizionale.
Parallelamente al progetto pugliese di congelamento ovocitario, il governo nazionale ha destinato 3,5 milioni di euro a una campagna triennale per incoraggiare le donne a sottoporsi a test sulla riserva ovarica, un indicatore di fertilità. Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d'Italia e sostenitrice dell'iniziativa, ha affermato che questo progetto mira a fornire alle donne una maggiore consapevolezza per pianificare meglio la loro vita. Ha sottolineato la falsità dell'idea che la maternità naturale sia possibile a qualsiasi età, definendo la propria gravidanza a 41 anni come un \"miracolo\".
Maria Rita Testa, docente di demografia presso l'università Luiss di Roma, sostiene che il finanziamento del congelamento degli ovuli e dei test di fertilità avrà un impatto minimo se non verranno affrontati i fattori economici che scoraggiano la natalità. Secondo Testa, le ragioni economiche superano di gran lunga i problemi di salute. Uno studio recente del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione ha rivelato che il 30% delle donne italiane intervistate ha indicato l'insicurezza lavorativa e la disoccupazione come motivi per avere meno figli del desiderato. Altri fattori citati includono problemi abitativi (13%) e difficoltà di concepimento o problemi di fertilità (15%). La demografa conclude che, sebbene sia possibile facilitare la maternità in età più avanzata, le donne continueranno a esitare ad avere figli senza una maggiore sicurezza economica.