Cronaca
Violente Proteste in Kenya: Bilancio di Morti e Centinaia di Feriti
2025-06-26

Il Kenya è stato teatro di una nuova ondata di violenze e disordini il 25 giugno, esattamente un anno dopo l'inizio delle vaste proteste del 2024. Le mobilitazioni, animate da una profonda insoddisfazione popolare verso la corruzione dilagante e l'incremento della pressione fiscale, hanno provocato un bilancio tragico: otto persone hanno perso la vita e almeno quattrocento sono rimaste ferite. Questo drammatico evento ha riacceso i riflettori sulla precaria situazione sociale e politica del paese africano, dove la popolazione continua a chiedere a gran voce un cambiamento.

Le recenti manifestazioni, concentrate nella capitale Nairobi e in altre località chiave come Mombasa, hanno visto scendere in strada migliaia di persone, prevalentemente giovani. La loro rabbia, diretta contro il governo e le politiche economiche percepite come oppressive, si è scontrata con la risposta delle forze dell'ordine. Si sono verificati lanci di pietre da parte dei dimostranti, ai quali la polizia ha replicato con l'uso di gas lacrimogeni e granate assordanti, in un clima di crescente tensione.

Le organizzazioni non governative che si occupano di diritti umani, tra cui Amnesty International, hanno denunciato con forza la brutalità della repressione. Hanno confermato il bilancio delle vittime e dei feriti, sottolineando come 83 delle persone coinvolte abbiano riportato lesioni gravi. Tra i feriti, almeno otto manifestanti sono stati ricoverati per ferite da arma da fuoco, e anche tre agenti di polizia sono rimasti contusi. Questo quadro evidenzia una spirale di violenza che preoccupa la comunità internazionale.

La miccia di queste rinnovate proteste era già stata accesa all'inizio di giugno, a seguito della morte in carcere di Albert Ojwang, un insegnante di 31 anni arrestato per aver criticato un funzionario di polizia sui social media. Inizialmente, la polizia aveva sostenuto che Ojwang si fosse ferito da solo, ma un'autopsia successiva ha rivelato lesioni al cranio e al collo incompatibili con un'autoinflizione, suggerendo un trattamento inumano durante la detenzione. Questo episodio ha ulteriormente alimentato la rabbia pubblica, trasformandosi in un simbolo delle ingiustizie e degli abusi di potere.

Le proteste non si limitano alla condanna della violenza della polizia o alla vicenda di Ojwang. I giovani, in particolare, esprimono un malcontento più ampio, focalizzato sulla corruzione endemica, la povertà diffusa e l'elevato tasso di disoccupazione che affliggono il Kenya. Questi fattori socio-economici rappresentano il terreno fertile su cui prospera il disagio sociale, spingendo la popolazione a cercare risposte e cambiamenti significativi attraverso la mobilitazione di piazza.

Il recente culmine di violenza in Kenya, con morti e centinaia di feriti, sottolinea l'urgente necessità di affrontare le radici profonde del malcontento popolare. Le ripetute richieste di dimissioni del presidente William Ruto e il ritiro della legge di bilancio simboleggiano una crisi di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. La persistenza di queste manifestazioni, in risposta a questioni come la corruzione, le tasse e la brutalità delle forze dell'ordine, richiede un dialogo costruttivo e riforme strutturali per ristabilire la stabilità e garantire il rispetto dei diritti umani nel paese.

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