Cronaca
Jeannette Jara Guida la Sinistra Cilena Verso le Presidenziali
2025-06-30

In un significativo sviluppo politico per il Cile, Jeannette Jara, figura di spicco e precedentemente ministra del Lavoro nell'attuale governo, ha trionfato nelle primarie della coalizione di sinistra. Questo risultato la proietta come la prescelta per la corsa presidenziale, un evento che riveste un'importanza storica per la sinistra cilena, rappresentando la prima volta che un membro del Partito Comunista guida una coalizione così ampia verso le elezioni presidenziali. Le sfide future includeranno il confronto con avversari robusti provenienti sia dalla destra tradizionale che dall'estrema destra, delineando un panorama politico decisamente dinamico in vista delle votazioni di novembre.

La Strada di Jeannette Jara verso la Presidenza Cilena: Un Punto di Svolta Storico

In un pomeriggio di festa politica, il 29 giugno 2025, a Santiago del Cile, Jeannette Jara, stimata ex ministra del Lavoro nell'amministrazione del presidente Gabriel Boric, ha conquistato una netta vittoria nelle primarie della coalizione di sinistra al potere. Con il 93% dei voti scrutinati, Jara ha assicurato un decisivo 60% delle preferenze, consolidando la sua posizione di candidata ufficiale per le imminenti elezioni presidenziali di novembre.

La competizione ha visto Carolina Tohá, già ministra degli Interni e rappresentante del Partito per la Democrazia (PPD), posizionarsi al secondo posto con il 27% dei consensi. Seguivano, a maggiore distanza, i deputati Gonzalo Winter del Frente Amplio, la formazione politica di Boric, con l'8,9%, e Jaime Mulet, esponente di un piccolo partito ecologista, che ha raccolto il 2,8% dei voti.

Questo esito riveste un'importanza senza precedenti nella storia politica cilena: per la prima volta, una vasta alleanza politica ha scelto un esponente del Partito Comunista per la candidatura alla massima carica del paese. Il presidente in carica, Gabriel Boric, che compirà 39 anni, vedrà terminare il suo mandato nel marzo del 2026 e, in conformità con la Costituzione cilena, non potrà presentarsi per un secondo mandato consecutivo.

Nonostante la rilevanza dell'evento, la partecipazione elettorale alle primarie è stata relativamente contenuta, con poco più di 1,3 milioni di elettori che si sono recati alle urne. Jeannette Jara, avvocatessa cinquantunenne, si è distinta durante la sua carriera politica per il suo ruolo chiave nell'attuazione di due riforme sociali fondamentali del governo Boric: la riduzione dell'orario lavorativo a 40 ore settimanali e la cruciale riforma del sistema pensionistico.

A differenza di altre formazioni politiche che hanno optato per designare i propri candidati autonomamente, solo la coalizione di governo ha deciso di passare attraverso il processo delle primarie. Per le prossime elezioni presidenziali, si prevede che Jara si confronterà con figure di spicco della destra e dell'estrema destra, come José Antonio Kast ed Evelyn Matthei, entrambi ben posizionati nei sondaggi pre-elettorali.

Mireya Dávila, docente di scienze politiche presso l'Università del Cile a Santiago, ha osservato come Tohá potesse sembrare una candidata più adatta ad affrontare le destre. Tuttavia, ha sottolineato che il successo di Jara dipenderà in larga misura dall'efficacia e dalla strategia della sua campagna elettorale.

I candidati hanno tempo fino al 18 agosto per ufficializzare le proprie candidature. Il primo turno delle elezioni è fissato per il 16 novembre. Qualora nessun candidato riuscisse a superare il 50% dei voti, si terrà un secondo turno il 14 dicembre, che vedrà protagonisti i due contendenti con il maggior numero di preferenze.

Riflessioni su una Svolta Politica e le Sue Implicazioni

La nomina di Jeannette Jara a candidata presidenziale della coalizione di sinistra in Cile è un evento che invita a profonde riflessioni sulla dinamica politica e sociale del paese. Questa scelta non è semplicemente la designazione di un leader, ma segna un'evoluzione significativa nel panorama politico cileno, evidenziando una crescente accettazione e, forse, un desiderio di rappresentanza più radicale all'interno di ampie fasce della società. La scarsa affluenza alle urne per le primarie, tuttavia, solleva interrogativi sulla capacità della coalizione di mobilitare la propria base e di attrarre un consenso più ampio, aspetto cruciale in vista di una competizione elettorale che si preannuncia ardua. La sfida per Jara sarà non solo quella di consolidare il sostegno della sinistra, ma anche di dimostrare la propria capacità di leadership e la realizzabilità delle proposte della sua piattaforma per il Cile intero, superando le resistenze e le perplessità che inevitabilmente emergono di fronte a candidature percepite come più ideologiche. La sua abilità nel comunicare e nel persuadere l'elettorato sarà determinante nel definire il futuro politico del paese.

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