L'indice della situazione economica equivalente (ISEE) è diventato uno strumento cruciale per l'erogazione di benefici pubblici. Tuttavia, la complessità del sistema ha portato a numerosi problemi amministrativi e disincentivi economici. L'introduzione di una ventina di benefici legati all'ISEE, ognuno con soglie e modalità diverse, ha reso il sistema non solo costoso da gestire ma anche poco trasparente. Questa situazione crea spesso ostacoli alle famiglie che cercano di accedere ai sussidi, soprattutto quando un piccolo aumento di reddito può comportare la perdita totale di un beneficio.
Il progetto di Legge di Bilancio 2024 prevede importanti cambiamenti nell'ISEE, escludendo dal calcolo i titoli di Stato e altri strumenti garantiti fino a 50.000 euro. Questa modifica offre un'opportunità per rivedere il funzionamento dell'ISEE. Originariamente introdotto nel 1998, l'ISEE è un indice che combina informazioni sui redditi e sul patrimonio delle famiglie per determinare l'accesso a vari sostegni. Tuttavia, la sua attuale struttura presenta numerose criticità, come l'esistenza di soglie rigide che creano disincentivi alla crescita del reddito. Ad esempio, superando certe soglie anche di pochi euro, le famiglie possono perdere interamente benefici significativi, come dimostrano i casi analizzati in diversi scenari.
L'implementazione di un sistema più semplice e graduale potrebbe essere la soluzione ideale. Un approccio basato su un'unica misura di sostegno che decresce gradualmente con l'aumento dell'ISEE potrebbe eliminare i "salti" nei benefici, rendendo il sistema più equo e trasparente. Inoltre, considerare il reddito disponibile anziché quello lordo delle tasse potrebbe aumentare la giustizia del sistema, riducendo le differenze tra lavoratori dipendenti e autonomi. Simplificare il sistema non solo faciliterebbe l'amministrazione dei benefici, ma incoraggerebbe anche una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, promuovendo così lo sviluppo economico e sociale del paese.