Nel panorama delle materie prime agricole, si prevede una tendenza generale al ribasso per l'anno corrente, con alcune eccezioni significative. Il rapporto Commodity Markets Outlook della Banca Mondiale suggerisce che l'indice aggregato delle materie prime agricole potrebbe calare dell'4% nel 2023, stabilizzandosi nel 2026. Tuttavia, prodotti come caffè, cacao, grano duro italiano ed olio extravergine d'oliva stanno registrando aumenti di prezzo a causa di condizioni climatiche avverse e problemi geopolitici. Gli eventi estremi, la guerra dei dazi e le politiche ambientali europee sono tra i fattori che potrebbero influenzare ulteriormente il mercato.
Il settore del caffè e del cacao sta affrontando notevoli oscillazioni nei prezzi dovute a difficoltà di produzione globali. Negli ultimi mesi, entrambi i prodotti hanno visto un aumento significativo delle quotazioni, impattando direttamente i consumatori. Questa situazione è stata aggravata da fenomeni climatici anomali e dalla riduzione delle scorte.
In particolare, il prezzo del caffè ha raggiunto vette record, toccando i 4,40 dollari la libbra rispetto ai 3,35 di dicembre 2024. Andrea Illy, presidente di Illycaffè, ha annunciato un aumento del 15-20% sia nei bar che per il consumo domestico. Le cause principali di questa escalation includono le difficoltà climatiche nel Brasile e altre regioni produttrici, con conseguenti riduzioni delle scorte. Anche il cacao non è immune da queste dinamiche. La siccità che ha colpito la Costa d’Avorio e il Ghana, responsabili del 60% della produzione mondiale, ha portato a una drastica diminuzione della produzione e a un aumento delle quotazioni fino a 9mila dollari la tonnellata, con picchi di 12mila. Malgrado gli sforzi di altri Paesi produttori come Ecuador e Brasile, la situazione non sembra migliorare nei prossimi mesi. Inoltre, il regolamento europeo contro la deforestazione potrebbe rendere più costoso l'acquisto di questi prodotti per i consumatori dell'UE.
Le materie prime agricole italiane non sono esenti da queste fluttuazioni. Il grano duro e l'olio extravergine d'oliva, due pilastri dell'agricoltura italiana, stanno subendo impennate di prezzo a causa di condizioni meteorologiche estreme e concorrenza straniera. Questi cambiamenti mettono a rischio l'economia del settore e la disponibilità dei prodotti.
I prezzi del grano duro italiano hanno registrato un salto significativo, raggiungendo i 34,50-35 euro al quintale, dal precedente livello di 31 euro. Vincenzo Divella, amministratore delegato di Industrie Alimentari Divella, avverte che la disponibilità di grano nazionale dipenderà dal nuovo raccolto. Le grandi aziende possono contare su scorte per alcuni mesi, ma le più piccole devono affrontare costi più elevati sul mercato. Per mitigare la situazione, si ricorre all'importazione di grano altamente proteico da Canada, Arizona e Australia. L'olio extravergine d'oliva, invece, ha visto una contrazione della produzione del 26% nel 2024, causata principalmente dalla siccità nel Sud Italia. Questo ha fatto retrocedere l'Italia dal secondo al quinto posto nella classifica mondiale. I prezzi all'ingrosso hanno raggiunto 9,50-11 euro al chilogrammo, con incrementi anche maggiore per le varianti biologiche e DOP. Coldiretti esprime preoccupazione per l'aumento delle importazioni di olio extra UE, temendo frodi e un crollo dei prezzi del prodotto italiano a favore dei concorrenti stranieri.