L'industria italiana sta rivoluzionando il modo in cui si estraggono i metalli preziosi, abbandonando le tradizionali miniere per focalizzarsi su un approccio più sostenibile. Nella città toscana di Terranuova Bracciolini, è stato inaugurato un centro innovativo che trasforma i rifiuti elettronici in oro puro ed etico. Questo impianto rappresenta una nuova frontiera nell'economia circolare, offrendo vantaggi ambientali e economici significativi.
Il centro di recupero utilizza tecnologie avanzate per estrarre metalli preziosi dalle schede elettroniche senza ricorrere all'incenerimento. Questo processo ha un impatto tre volte inferiore in termini di emissioni rispetto ai metodi tradizionali. Le piastre con circuiti vengono scaldare a temperature moderate, permettendo la separazione dei componenti metallici. L'impianto, gestito da Iren, copre 2.400 metri quadrati e ha già iniziato a produrre metalli nobili dai dispositivi elettronici usati.
Questo nuovo approccio non solo riduce l'impatto ambientale ma offre anche opportunità economiche importanti. Gli apparecchi elettronici contengono piccole quantità di metalli preziosi come oro, argento, palladio e rame. Anche se questi costituiscono solo il 4% del peso totale, rappresentano una fonte ricca e facilmente accessibile di materie prime critiche. Il centro di Terranuova Bracciolini può trattare fino a 330 tonnellate di schede elettroniche all'anno, producendo quasi 200 chili di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame annui. Un investimento iniziale di 5 milioni ha permesso di creare un sistema certificato dalla Banca d'Italia, garantendo la qualità e l'etichettatura del prodotto finale.
L'impianto di Terranuova Bracciolini si inserisce perfettamente nel tessuto economico locale, contribuendo alla transizione verso un'economia circolare. Situato nel cuore del distretto del lusso e dell'oro di Arezzo, l'impianto offre un vantaggio strategico ai marchi locali. Le aziende possono ora accedere a materie prime preziose provenienti da processi etici e sostenibili, rispondendo alle crescenti esigenze dei consumatori consapevoli.
Secondo uno studio della Ambrosetti, lo sviluppo di impianti simili potrebbe consentire all'Italia di autoprodurre il 30% delle sue materie prime critiche. Attualmente, solo il 34% dei rifiuti elettronici viene raccolto in Italia, rispetto all'obiettivo europeo del 65%. Con 8-10 impianti come quello di Terranuova Bracciolini, il Paese potrebbe migliorare notevolmente la sua capacità di recupero. Inoltre, questo approccio promuove l'impiego locale: l'impianto stesso impiega 30 persone, tra cui una dozzina specializzata nella lavorazione dei metalli preziosi. Il successo di questo progetto dimostra come l'innovazione possa conciliare sviluppo economico e protezione ambientale, offrendo un modello da replicare in altre regioni.