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Mondiale per Club: Il Dilemma Tra Profitti e Salute dei Calciatori Secondo Rafaela Pimenta
2025-06-30

Il recente Mondiale per Club ha acceso un faro sulle dinamiche del mercato calcistico e, in particolare, sul benessere dei calciatori. Rafaela Pimenta, una delle figure più influenti nel panorama sportivo, ha espresso chiare riserve. Se da un lato l'evento promette un'ingente \"cascata di soldi\" per i club, dall'altro si evidenzia un calendario sempre più fitto che espone i giocatori a un rischio elevato di infortuni e stress fisico. L'agente brasiliana sottolinea l'urgenza di stabilire limiti al minutaggio in campo, per preservare la carriera e la salute degli atleti, mettendo in discussione l'attuale modello che privilegia lo spettacolo e il profitto a discapito dell'integrità fisica dei protagonisti.

La Visione di Rafaela Pimenta sul Calcio Moderno

Durante una conversazione telefonica con l'agenzia ANSA, la stimata procuratrice Rafaela Pimenta, avvocatessa brasiliana che ha ereditato l'agenzia del compianto Mino Raiola e che annovera tra i suoi assistiti campioni del calibro di Erling Haaland, ha condiviso le sue acute osservazioni sul recente Mondiale per Club negli Stati Uniti. Secondo Pimenta, questo torneo ha introdotto un'anomalia nel calciomercato, anticipandone l'apertura di circa un mese e mezzo. La sua principale preoccupazione riguarda la sostenibilità dei ritmi imposti ai calciatori, che si trovano a fronteggiare un numero eccessivo di partite, esponendoli a un elevato rischio di infortuni. L'agente ha inoltre enfatizzato come, nonostante l'ingente flusso di denaro generato dall'evento si riversi direttamente nelle casse dei club, questi ultimi debbano dimostrare saggezza nell'investire tali risorse. Pimenta ha proposto con forza la necessità di introdurre normative che regolino il minutaggio dei giocatori in campo, un'istanza che è stata positivamente accolta in un tavolo di lavoro UEFA dedicato. Ha richiamato alla memoria il caso di Lionel Messi a Hong Kong, quando la sua assenza in un'amichevole scatenò un'ondata di polemiche, a riprova della pressione cui sono sottoposti i calciatori. Ha infine confutato l'idea che la Serie A sia un campionato per “vecchie glorie”, elogiandone il fascino intrinseco e la qualità della vita che offre, oltre a smentire che i giocatori italiani non abbiano mercato all'estero, attribuendo la loro permanenza alla preferenza personale di rimanere nel proprio paese. Riguardo agli investimenti necessari per vincere la Champions League, ha stimato un minimo di 500 milioni di euro distribuiti su più anni per costruire una squadra competitiva. Ha poi scherzosamente \"valutato\" Kylian Mbappé a non meno di 300 milioni di euro, definendola \"fantacalcio\". In chiusura, Pimenta ha lanciato un monito per il futuro del calcio femminile, pronosticando una crescita esponenziale che lo porterà a essere il quinto sport più seguito al mondo entro il 2030, esortando tutti a \"fare attenzione alle donne\".

Questa profonda analisi ci invita a riflettere sul futuro del calcio professionistico. È evidente che il modello attuale, spinto da logiche di massimizzazione dei profitti e del numero di eventi, stia mettendo a dura prova la salute fisica e mentale dei calciatori. La visione di Rafaela Pimenta non è solo una critica, ma un appello urgente a riconsiderare le priorità. L'industria calcistica deve trovare un equilibrio sostenibile che protegga i suoi asset più preziosi: gli atleti. È fondamentale che le istituzioni calcistiche, in primis FIFA e UEFA, ascoltino queste voci e implementino politiche concrete per limitare l'usura dei giocatori. Solo così si potrà garantire uno spettacolo di qualità a lungo termine e preservare la passione per il gioco, senza compromettere il benessere di coloro che lo rendono possibile.

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