L'amministrazione americana ha introdotto una rivoluzione nel sistema commerciale globale, proponendo un approccio "equo e reciproco" che mira a riequilibrare le relazioni commerciali internazionali. Questa nuova politica, incentrata sulla reciprocità tariffaria, intende rispondere alle disparità esistenti tra le aliquote doganali applicate ai beni statunitensi all'estero. L'obiettivo è creare un ambiente più equo, anche se potrebbe portare a tensioni commerciali significative. La proposta include l'aumento delle tariffe su diverse categorie di importazioni, come automobili, farmaci e semiconduttori, con effetti potenzialmente profondi sull'economia mondiale.
Il 2 aprile segnerà l'inizio di una nuova fase, con l'applicazione di una tariffa del 25% su specifiche merci. Questa decisione segue un precedente incremento del 10% sulle importazioni cinesi. Lo scenario descritto da Washington rappresenta un cambiamento radicale rispetto al sistema multilaterale instaurato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Allora, gli Stati Uniti avevano promosso un modello basato sul principio della nazione più favorita, garantendo parità di trattamento tra i paesi membri dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).
Tuttavia, questo sistema non è privo di criticità. Gli Stati Uniti accusano altri governi di proteggere settori strategici attraverso barriere non tariffarie, come normative restrittive sugli imballaggi o l'etichettatura. Sebbene queste misure possano servire scopi legittimi come la tutela ambientale o sanitaria, vengono interpretate come discriminatorie verso le esportazioni americane. Inoltre, il divario tra le aliquote medie applicate dagli USA e quelle dei paesi emergenti rimane consistente, sebbene meno pronunciato quando si considerano le economie avanzate.
Le tariffe reciproche, teoricamente, potrebbero spingere altre nazioni a ridurre le loro barriere commerciali. Tuttavia, la realtà potrebbe essere diversa. L'Europa, ad esempio, potrebbe reagire negativamente, visto che molte delle sue normative sono state concepite per fini politici legittimi. Anche se alcuni compromessi potrebbero essere raggiunti, è improbabile che l'UE accetti pienamente il principio delle tariffe reciproche senza controparti simili. Questo scenario potrebbe innescare una guerra commerciale, con conseguenze negative sulla crescita economica globale e sui prezzi dei consumatori.
Inoltre, l'aumento delle tariffe non è solo uno strumento di politica commerciale ma anche un mezzo per generare entrate e compensare i tagli fiscali interni. A seconda dell'attuazione, l'aliquota media potrebbe aumentare significativamente, con impatti diretti sull'economia. Se l'amministrazione procederà con ulteriori aumenti, come quelli proposti per le importazioni dal Messico e dal Canada, il tasso effettivo potrebbe salire al 12%, un livello non visto dai tempi degli anni '40. Ciò potrebbe avere ripercussioni severe, specialmente per i partner commerciali nordamericani, che dipendono fortemente dagli Stati Uniti.
Gli esperti prevedono che questa escalation potrebbe rallentare la crescita economica statunitense e aumentare l'inflazione. Il Canada e il Messico, in particolare, potrebbero subire una recessione significativa. L'incertezza politica che ne risulterà sarà un elemento costante nei prossimi anni, con effetti negativi sulla stabilità economica globale. Nonostante le incertezze, una cosa è certa: il panorama commerciale mondiale sta entrando in una nuova era, caratterizzata da sfide e opportunità insospettate.