Il 2 aprile segnerà un momento cruciale nella guerra commerciale tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea. In quella data, le tariffe doganali sugli importi di prodotti agroalimentari dall'UE negli USA entreranno in vigore, mettendo a rischio il settore italiano che vanta un fatturato di 7,8 miliardi di euro nel 2024. L'export alimentare italiano verso gli USA è cresciuto significativamente negli ultimi anni, ma ora si trova sotto minaccia a causa delle politiche tariffarie statunitensi. L'UE ha già annunciato contromisure su 26 miliardi di dollari di prodotti americani, mentre l'Italia teme per la stabilità del suo mercato esportatore.
L'annuncio dei dazi doganali ha sollevato allarme nell'industria agroalimentare italiana. Le aziende agricole e vitivinicole, in particolare, dipendono fortemente dal mercato americano, che rappresenta quasi il 12% dell'export globale del settore. Il presidente nazionale della Cia – Agricoltori italiani, Cristiano Fini, ha evidenziato come gli USA siano una piazza fondamentale per i prodotti italiani, superando paesi come Germania, Spagna e Francia. La crescita dell'export italiano negli USA negli ultimi dieci anni è stata impressionante, raggiungendo il 158%, ma ora questa tendenza positiva potrebbe essere compromessa dalle nuove tariffe.
Alcuni prodotti sono più esposti di altri alle conseguenze dei dazi. Il sidro, ad esempio, invia il 72% del suo export negli USA, con un valore di circa 109 milioni di euro nel 2024. Il Pecorino Romano, principalmente prodotto in Sardegna, vede il 57% del suo export diretto oltre Oceano, ammontando a quasi 151 milioni di euro. Anche il vino italiano, con un fatturato di 1,9 miliardi di euro negli USA nel 2024, rischia di subire pesanti perdite, soprattutto per tipologie come i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, e i vini rossi toscani Dop.
L'olio d'oliva italiano, che registra un export del 32% negli USA (937 milioni di euro nel 2024), risulta meno sostituibile nella spesa degli americani, ma non è immune ai rischi. I liquori, con il 26% del loro export negli USA (143 milioni di euro), mostrano una situazione simile. Mentre alcuni produttori rimangono ottimisti grazie alla crescita recente, la realtà è che questi dazi potrebbero aprire la strada a concorrenti internazionali pronti a conquistare una fetta di mercato molto appetibile.
I dazi doganali statunitensi hanno generato tensioni significative tra gli USA e l'UE. Dopo giorni di incertezza, l'UE ha reagito con misure contrapposte, rendendo operativi i propri dazi a partire dal 1 aprile. Questo scenario complesso impone alle aziende italiane una revisione strategica per proteggere i propri interessi commerciali. La sfida sarà trovare nuovi mercati o rafforzare le posizioni esistenti, mantenendo alta la qualità e la competitività dei prodotti made in Italy.