Le città italiane stanno attraversando un cambiamento strutturale nel tessuto economico e sociale. Gli studi recenti mostrano una notevole riduzione delle attività commerciali fisse, sostituite da nuove forme di ospitalità. Nell'arco di dodici anni, si è registrata una diminuzione significativa dei negozi fisici, specialmente nei centri storici, con un'inversione di tendenza verso gli alloggi a breve durata. Questo fenomeno ha interessato soprattutto le aree settentrionali, dove la perdita di negozi è stata più marcata rispetto al Centro-Sud. Ad esempio, alcune città come Ancona e Gorizia hanno subito una contrazione superiore al 30%, mentre altre, come Crotone e Frascati, hanno dimostrato una maggiore resilienza.
I cambiamenti nel panorama commerciale sono evidenti in diversi settori. Le attività tradizionali, come quelle legate ai carburanti, ai libri e ai giocattoli, stanno gradualmente scomparendo, lasciando spazio a nuove offerte basate sui servizi tecnologici e sanitari. In particolare, farmacie e negozi di elettronica hanno registrato un aumento consistente, riflettendo un cambio di preferenze tra i consumatori. Inoltre, il settore dell'ospitalità sta vivendo una vera e propria rivoluzione, con un incremento vertiginoso degli affitti brevi che stanno soppiantando gli hotel convenzionali. Questo trend indica un mutamento profondo nella modalità con cui vengono utilizzati gli spazi urbani, influenzato dall'aumento del turismo e dalle opportunità offerte dalle piattaforme digitali.
Per contrastare la desertificazione commerciale, Confcommercio ha proposto un piano ambizioso denominato Cities, incentrato su diverse strategie per revitalizzare le aree urbane. Tra queste, si include la rigenerazione dello spazio pubblico attraverso collaborazioni tra istituzioni e associazioni, promuovendo soluzioni innovative per la logistica e la mobilità sostenibile. Inoltre, il progetto prevede l'attivazione di accordi locali per agevolare la riapertura di negozi abbandonati e la gestione partecipata delle città, considerandole patrimoni collettivi. Grazie all'integrazione delle tecnologie digitali, sarà possibile ottimizzare interventi urbanistici e migliorare l'accessibilità, stimolando così lo sviluppo di economie vicine e sostenibili.
Il futuro delle nostre città dipende dalla capacità di adattarsi a queste trasformazioni, valorizzando le potenzialità del territorio e incoraggiando pratiche incluse e responsabili. Attraverso politiche mirate e la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, è possibile creare ambienti urbani più dinamici e inclusivi, dove il progresso tecnologico si sposi armoniosamente con la conservazione del patrimonio culturale e storico.