Nel cuore della Toscana, non lontano dalla città di Pistoia, si trova un angolo di terra che sembra sfuggire al passare del tempo. Qui, tra i monti del Montalbano, Gabriella Michelozzi e sua sorella Stefania hanno trasformato un'azienda agricola abbandonata in un'oasi di biodiversità e tradizioni. Dopo anni di duro lavoro, la loro proprietà è diventata un esempio vivente di come la cura del territorio possa essere armonizzata con la vita moderna. Le sorelle hanno imparato a convivere con la natura, allevando animali e offrendo ospitalità agli ospiti, creando così un legame profondo con il luogo.
La decisione di dedicarsi all'agricoltura non fu facile per Gabriella. Dopo aver studiato scienze agrarie, lavorò per alcuni anni in un call center, ma una crisi economica cambiò tutto. L'esperienza di occupazione aziendale durante un periodo difficile la spinse a riflettere sul valore della terra e dei suoi prodotti. Con poche capre ottenute in baratto, iniziò a ripulire i terreni dei nonni, aprendo la strada a una nuova vita. Ogni giorno, accompagnata dall'alba, Gabriella scopre la bellezza di questa scelta: "Non mi sento mai stanca quando vado incontro alle mie capre", confessa. Il rapporto speciale con gli animali le ha insegnato pazienza e rispetto per la natura, valori che trasmette anche ai visitatori della fattoria didattica.
Il ruolo delle donne nella pastorizia rappresenta un cambiamento significativo. In un settore tradizionalmente dominato dagli uomini, le pastore contemporanee stanno rivoluzionando l'approccio alla cura del territorio. La loro presenza, spesso invisibile nel passato, oggi è sempre più riconosciuta e apprezzata. Queste imprenditrici, spesso laureate e consapevoli dell'importanza della biodiversità, stanno portando innovazione e tradizione insieme. Il loro lavoro non solo mantiene vive antiche pratiche, ma contribuisce anche a salvaguardare aree rurali spesso dimenticate. Grazie alla loro dedizione, questi territori diventano luoghi di pace e serenità, dove la vita ritrova il suo ritmo naturale. Le nuove generazioni di pastore, come Carolina Leonardi, dimostrano che la libertà e l'appagamento possono coesistere con la responsabilità verso la terra e gli animali.