Un significativo numero di abitanti della Striscia di Gaza si è espresso pubblicamente contro il gruppo islamico Hamas, richiedendo la fine delle ostilità. Durante una manifestazione a Beit Lahia, i partecipanti hanno gridato slogan critici nei confronti del movimento politico. L'opposizione alla leadership di Hamas è cresciuta man mano che la situazione umanitaria peggiorava, con Israele che blocca gli aiuti internazionali dal 2 marzo. Alcuni residenti esprimono la loro frustrazione per la guerra prolungata, mentre inviti a proteste future circolano su piattaforme digitali.
Il sostegno ad Hamas rimane incerto, sebbene un sondaggio recente mostri che circa il 35% della popolazione lo appoggia. Le tensioni tra Hamas e Al Fatah aumentano, con quest'ultimo che ha sollecitato Hamas a cedere il potere per evitare ulteriori conflitti.
I dimostranti a Gaza esprimono apertamente la loro insoddisfazione verso la gestione del conflitto da parte di Hamas. Con motti come "Fuori Hamas" e "Hamas terrorista", essi cercano di comunicare al mondo la loro volontà di porre fine alle ostilità. Molti residenti temono rappresaglie e preferiscono restare anonimi mentre chiedono cambiamenti radicali nella leadership locale.
La manifestazione a Beit Lahia ha visto interventi forti contro Hamas, con particolare enfasi sulla necessità di terminare il conflitto. I testimoni riferiscono che membri non identificati delle forze di sicurezza di Hamas hanno interrotto la protesta. Mohammed, uno dei partecipanti, ha dichiarato che la sua motivazione principale era quella di fermare la guerra. Anche Majdi, un altro dimostrante, ha espresso la sua frustrazione, ponendo domande dirette sul motivo per cui Hamas non lascia il potere. Queste voci mostrano una crescente impazienza fra la popolazione locale, che cerca disperatamente una via d'uscita dal caos attuale.
Nonostante l'apparente opposizione ad Hamas, le dinamiche politiche all'interno della Striscia di Gaza rimangono complesse. Un sondaggio indica che il 35% degli abitanti supporta ancora Hamas, mentre il 26% è legato ad Al Fatah. Questo scenario rende difficile prevedere quale sarà l'esito delle attuali tensioni politiche e sociali.
Il portavoce di Al Fatah, Mounther Hayek, ha lanciato un avvertimento chiaro a Hamas, suggerendo che la continuazione del conflitto potrebbe mettere in pericolo l'esistenza stessa dei palestinesi a Gaza. Da parte sua, il governo israeliano continua a insistere perché gli abitanti locali si ribellino contro Hamas. Dal 2 marzo, gli aiuti internazionali sono stati bloccati, aggravando la già precaria situazione umanitaria. Il futuro resta incerto, ma sembra sempre più probabile che una soluzione pacifica dipenderà dalla collaborazione di tutte le parti coinvolte, inclusi i leader politici e le comunità locali.