L'attuale crisi umanitaria in Birmania sta mettendo sotto pressione il Programma Alimentare Mondiale (PAM), che si trova costretto a sospendere i propri aiuti per oltre un milione di persone. Questa decisione è motivata da una carenza significativa di risorse finanziarie, aggravata dalla riduzione dei contributi internazionali. Negli Stati Uniti, ad esempio, recenti tagli al sostegno globale hanno reso difficile mantenere i livelli precedenti di assistenza. Nel contesto di conflitti crescenti e di un numero sempre maggiore di sfollati, la Birmania, già afflitta da una guerra civile post colpo di stato nel 2021, vede aumentare le proprie emergenze alimentari. Quindici milioni di abitanti non riescono a soddisfare i propri bisogni alimentari, mentre due milioni soffrono di malnutrizione grave.
La complessità della situazione in Birmania emerge chiaramente quando si considerano gli effetti delle scelte politiche internazionali. Conflitti interni e problemi economici hanno creato condizioni estreme per la popolazione locale. L'assenza di finanziamenti immediati costringerà il PAM a fornire aiuto solo a un piccolo gruppo di individui vulnerabili, tra cui bambini e donne incinte. Secondo Michael Dunford, direttore del PAM per la Birmania, diversi paesi donatori stanno ritirando i loro contributi, con conseguenze disastrose sul campo umanitario. Gli Stati Uniti, pur non essendo gli unici responsabili, rappresentano uno dei principali attori in questa drastica riduzione.
Inoltre, l'impatto dei cambiamenti negli aiuti internazionali si fa sentire anche altrove, come in Bangladesh, dove più di un milione di rifugiati rohingya dipendono dalle razioni alimentari distribuite dal PAM. A partire da aprile, queste ultime verranno dimezzate, accentuando ulteriormente la precarietà delle comunità coinvolte. Le dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, durante un incontro con leader rohingya in Bangladesh, evidenziano l'urgenza della questione.
Infine, le misure prese dagli Stati Uniti riguardo all'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID) rivelano un cambio di rotta strategico. Tagli drasticamente elevati ai finanziamenti, accompagnati da critiche infondate verso l'organizzazione, minacciano decenni di progressi nello sviluppo globale. Questo scenario genera preoccupazione non solo nei circoli umanitari, ma anche tra i beneficiari diretti di tali programmi.
Con l'aumentare delle necessità globali e la diminuzione dei fondi disponibili, organizzazioni come il PAM si trovano davanti a una sfida enorme. La ricerca di nuove soluzioni per garantire assistenza alimentare diventa prioritaria, specialmente in contesti devastati da guerre e povertà. Senza interventi immediati, la situazione in Birmania e in altre aree colpite potrebbe peggiorare rapidamente, compromettendo la salute e la sopravvivenza di milioni di persone.