Nel cuore dell'Africa, il Sudan ha vissuto un giorno di intensa violenza il 3 febbraio. Due attacchi separati, avvenuti nel sud e nell'ovest del paese, hanno causato la morte di 65 persone e ferito altre 133. Questi eventi sono stati seguiti da preoccupazioni internazionali, in particolare dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che ha espresso timori riguardo alle esecuzioni sommarie di civili nella capitale Khartoum.
In una giornata fatale, il Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan-Nord (Splm-N), guidato da Abdelaziz al Hilu, ha colpito Kadugli, la capitale dello stato del Kordofan Meridionale. L'assalto ha mirato a un mercato affollato, lasciando 40 morti e 70 feriti. Il governatore locale, Mohamed Ibrahim, ha denunciato l'intento destabilizzante dietro l'operazione. Nello stesso giorno, nell'ovest del paese, un raid aereo delle forze governative ha colpito Nyala, capoluogo del Darfur Meridionale, provocando ulteriori 25 morti e 63 feriti.
Questi episodi di violenza si verificano mentre l'esercito sta ottenendo significativi vantaggi contro le Forze di Supporto Rapido (Rsf). La settimana precedente, le forze governative avevano ripreso il controllo del loro quartier generale a Khartoum. Tuttavia, la guerra civile continua a causare enormi sofferenze, con decine di migliaia di morti e oltre dodici milioni di sfollati. Le Nazioni Unite hanno segnalato che più di trenta milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria dopo quasi due anni di conflitto.
Sia l'esercito sia le Rsf sono accusati di crimini di guerra per aver deliberatamente preso di mira i civili e bloccato gli aiuti umanitari. La situazione è diventata una delle crisi umanitarie più gravi della storia recente.
Da una prospettiva giornalistica, questi eventi ci ricordano l'importanza di mantenere alta l'attenzione internazionale su queste tragedie. È fondamentale che la comunità globale continui a monitorare e rispondere alle violazioni dei diritti umani, garantendo che i responsabili siano portati davanti alla giustizia. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e impegno possiamo sperare di contribuire alla fine di questa devastante crisi.