L'arrivo di un nuovo allenatore spesso porta a modifiche significative nella formazione e nello stile di gioco. Al Manchester United, con l'avvento dell'era Ten Hag, si è assistito a una ristrutturazione che ha messo alla prova le dinamiche del team. Il tecnico olandese ha deciso di orientare la squadra verso un approccio più dinamico e veloce, scegliendo elementi che potessero meglio adattarsi a questa visione. In questo contesto, è emersa la necessità di trovare un equilibrio tra esperienza e freschezza sul campo.
La seconda stagione post-rientro di Cristiano Ronaldo allo United non ha raggiunto le aspettative iniziali. Nonostante i primi successi sotto la guida precedente, il portoghese ha trovato difficoltà ad adeguarsi alle nuove esigenze tattiche impostate dall'allenatore attuale. Le sue prestazioni sono state meno consistenti, riflettendo una trasformazione nel suo modo di giocare rispetto ai tempi gloriosi al Real Madrid. Secondo Benni McCarthy, ex collaboratore del club, Ronaldo non era più in grado di sostenere l'intensità richiesta dallo schema di gioco proposto da Ten Hag, che prevedeva un pressing elevato e un costante impegno fisico.
Nel calcio moderno, l'adattabilità è cruciale per il successo. La decisione di Erik ten Hag di privilegiare Anthony Martial come primo attaccante evidenzia l'importanza di allineare le scelte del roster con lo stile di gioco desiderato. Questo cambio dimostra come la flessibilità e la capacità di evolversi siano essenziali per mantenere alta la competitività di una squadra. L'obiettivo finale resta sempre quello di costruire un gruppo armonioso capace di ottenere risultati eccellenti, sia a livello individuale che collettivo.