Nel cuore del Brasile, una piccola comunità indigena si distingue per la sua determinazione a preservare il patrimonio linguistico ancestrale. Situata in un prefabbricato rurale di Marica, vicino a Rio de Janeiro, questa comunità parla esclusivamente guaraní, una lingua che rischia sempre più spesso di essere soppiantata dal portoghese moderno. Malgrado l'uso proibito dei cellulari all'interno della scuola locale, i giovani come Julia continuano a vivere e sognare in guaraní. Questa lingua è non solo un mezzo di comunicazione ma anche un simbolo di identità e resistenza culturale. Tuttavia, molte altre lingue native brasiliane stanno lentamente scomparendo, vittime di secoli di assimilazione forzata e politiche coloniali.
In un villaggio chiamato Ka’Aguy Hovy Pora, situato circa trenta chilometri a est di Rio de Janeiro, 250 abitanti mantengono viva la loro tradizione linguistica. Qui, nella "bella foresta verde", il guaraní regna sovrano. Amarildo Vera Yapua, uno degli amministratoratori della comunità, sostiene che imparare questa lingua è semplice e veloce, nonostante alcune sfide pronuncevoli. L'insegnamento avviene attraverso una scuola bilingue, dove bambini e adolescenti studiano materie fondamentali utilizzando il guaraní come lingua principale.
Tuttavia, il panorama linguistico del Brasile è complesso e fragile. Con oltre 150 lingue native, il paese rappresenta una ricca diversità linguistica, minacciata però dall'estinzione. Molti idiomi sono scomparsi con la morte dei loro ultimi parlanti, come accaduto nel caso dell'indigeno Tanaru nel 2022. Le politiche coloniali, introdotte già nel XVIII secolo dal marchese di Pombal, hanno imposto il portoghese come lingua ufficiale, relegando le lingue native ai margini della società.
Oggi, grazie alla costituzione del 1988 e ad iniziative moderne come il karaoke indigeno e il teatro Maiuhi, vi è un rinnovato interesse verso la conservazione delle lingue ancestrali. Progetti digitali come Japiim e l'impiego di tecnologie innovative offrono strumenti essenziali per documentare e insegnare queste lingue. Tuttavia, numerosi ostacoli rimangono, tra cui la scarsa disponibilità di materiali didattici adeguati e la marginalizzazione delle lingue native nell'ambito accademico.
Dall'ottimismo di chi sogna un futuro bilingue per il Brasile emerge una chiara consapevolezza: la protezione delle lingue native è cruciale per salvaguardare non solo una cultura ma anche la biodiversità linguistica mondiale.
Guardando a questa situazione da una prospettiva giornalistica, appare evidente quanto sia importante preservare le lingue autoctone non solo per mantenere vive le culture indigene ma anche per arricchire la società globale. Ogni lingua rappresenta un modo unico di vedere il mondo, ed è nostro dovere assicurarci che queste prospettive non vadano perdute. Il Brasile sta intraprendendo passi significativi in questa direzione, ma resta molto da fare per garantire che le lingue come il guaraní possano sopravvivere e prosperare nel ventunesimo secolo.