Finanza
La Transizione Elettrica: Un Futuro Inquietante per l'Industria Automobilistica Italiana
2025-04-07

Secondo uno studio commissionato da Ecco e Transport and Environment (T&E), la mancanza di politiche industriali mirate alla mobilità elettrica potrebbe portare a un calo del 56-58% nel valore della produzione dell'industria automobilistica italiana entro il 2030. Realizzato da economisti della Scuola Superiore S. Anna di Pisa e dal Centro ricerche Enrico Fermi di Roma, lo studio esplora gli effetti economici, industriali e sociali derivanti dal declino della produzione nazionale di auto. Senza strategie chiare per favorire l'elettrificazione e l'innovazione, si prevede una diminuzione della produzione che causerà perdite di occupazione lungo tutta la filiera, riducendo il potere d'acquisto e innescando un ciclo economico regressivo.

Analisi dei Rischi e Opportunità per l'Italia

In un contesto caratterizzato dal passaggio globale verso veicoli elettrici, il futuro dell'industria automobilistica italiana appare incerto. Secondo i ricercatori, diversi scenari di intervento statale mostrano come la situazione possa variare notevolmente. Nello scenario più prudenziale ("low intervention"), con minore intervento governativo, si stima una perdita di produzione pari a 7,24 miliardi di dollari e una riduzione del consumo di automobili per 4,42 miliardi di dollari (-56% rispetto al 2020). Questo scorcio negativo coinvolge oltre 66 mila posti di lavoro in meno, distribuiti tra settori diretti e indiretti.

Nel caso peggiore ("high intervention"), il calo della produzione raggiunge il 58%, con perdite di 7,49 miliardi di dollari e un aumento del disoccupati fino a 94 mila unità. Il costo della cassa integrazione sale a 2 miliardi di dollari, quadruplicando quello dello scenario prudenziale. Per mitigare tali effetti, lo studio propone quattro direttrici principali: missione, settore, tecnologia e mercato. Tra le azioni raccomandate vi sono incentivi stabili per veicoli a zero emissioni, sviluppo di infrastrutture di ricarica pubbliche e private, revisione della fiscalità energetica e investimenti strategici nella produzione di batterie.

Dal punto di vista della produzione, è fondamentale adottare misure per attrarre capitali stranieri e stimolare nuovi investimenti, specialmente nello sviluppo di filiere industriali strategiche. L'integrazione di misure emergenziali con una strategia strutturale di decoupling tra i prezzi del gas e delle energie rinnovabili garantisce stabilità alle aziende. Infine, per migliorare la competitività industriale del Paese, è necessario combinare politiche fiscali favorevoli alla ricerca e allo sviluppo con programmi che promuovano la collaborazione tra imprese e istituzioni.

Da un angolo visuale giornalistico, questa analisi ci invita a riflettere sul ruolo cruciale delle politiche pubbliche nell'orientamento della transizione ecologica. La mobilità elettrica non rappresenta solo una sfida tecnologica ma anche un'opportunità per ristrutturare l'economia italiana. Gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni di CO2 devono essere visti come una via per attrarre investimenti e pianificare una transizione sostenibile. Accantonare richieste controproducenti, come l'inserimento dei biocarburanti nel regolamento, è essenziale per garantire stabilità normativa e certezza agli investitori. Solo così l'Italia potrà mantenere la sua posizione di spicco nel panorama mondiale della mobilità futura.

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