Il mondo olfattivo che ci circonda non è solo una fonte di esperienze sensoriali, ma un vero e proprio sistema di allarme che segnala la salute del nostro ambiente. Dal profumo di un fiore all'odore acre di inquinanti, ogni fragranza o puzza ci racconta una storia, influenzando le nostre decisioni e il nostro benessere. Le agenzie di protezione ambientale, le aziende e i cittadini si trovano di fronte a una sfida crescente: interpretare questi segnali olfattivi per prevenire disastri e garantire un futuro più sano. La comprensione e la misurazione degli odori sono diventate cruciali, e l'Italia sta facendo passi avanti significativi in questo campo, specialmente nelle aree ad alto rischio.
Gli odori, sia gradevoli che sgradevoli, sono profondamente radicati nella nostra vita quotidiana e nella nostra percezione del mondo. La scienza e l'economia hanno dimostrato come l'olfatto possa influenzare il comportamento umano, dalla spinta all'acquisto al rilassamento. Tuttavia, un aspetto fondamentale e spesso trascurato è il ruolo degli odori come indicatori di potenziale pericolo ambientale. La crescente preoccupazione per i cattivi odori, spesso legati a siti industriali o smaltimento di rifiuti, ha messo in luce la necessità di strumenti e metodologie per monitorare e gestire questa forma di inquinamento. L'olfattometria dinamica, sebbene si avvalga di strumentazioni avanzate, riconosce il naso umano come lo strumento più sensibile per rilevare la complessità delle molecole odorose e il loro impatto sulla qualità della vita.
Gli odori, con la loro capacità di evocare ricordi e guidare le nostre scelte, sono un elemento fondamentale del paesaggio sensoriale che ci circonda. La loro importanza non si limita però all'ambito personale o commerciale; sono anche un indicatore cruciale di potenziali rischi per la salute. Le autorità preposte alla protezione ambientale ricevono un numero crescente di segnalazioni relative a cattivi odori, provenienti sia da fonti ben note come raffinerie e impianti di trattamento dei rifiuti, sia da situazioni nuove e inesplorate. La grande sfida risiede nel riconoscere e, soprattutto, nel quantificare questi odori in modo accurato per comprenderne l'impatto.
Per affrontare questa sfida, l'olfattometria dinamica si è affermata come la metodologia più efficace. Questa disciplina sfrutta una combinazione di strumenti avanzati e la sensibilità unica del naso umano. Come spiega Silvia Rivilli del laboratorio di olfattometria dinamica (Lod) di Udine, il naso rimane lo strumento più preciso per la rilevazione degli odori. Per misurare l'intensità di un odore e valutarne il potenziale fastidio, si utilizza un diluitore che rilascia quantità crescenti di molecole odorose fino alla loro percezione da parte dei recettori olfattivi. Tuttavia, la diversità olfattiva tra gli individui rende necessario un processo di selezione rigoroso, garantendo che solo un 30% della popolazione, con un olfatto rappresentativo, partecipi ai test. Fattori esterni come la temperatura e l'umidità, e interni come raffreddori o cambiamenti ormonali, possono influenzare la percezione olfattiva, rendendo la selezione dei 'nasi' un passaggio cruciale per garantire l'affidabilità delle misurazioni.
Una volta identificato un odore, i ricercatori procedono con simulazioni dettagliate per prevederne la diffusione e l'impatto sulla popolazione circostante, un processo noto come modellistica della dispersione. Spesso, il problema principale non è un rischio sanitario diretto, ma il disagio causato alle persone. Questo approccio proattivo permette di prevedere le zone colpite dagli odori anche prima della costruzione di un nuovo impianto, evidenziando le responsabilità non solo delle aziende, ma anche delle amministrazioni nella pianificazione urbana.
In Italia, il Decreto Legislativo 183 del 2017 ha segnato una svolta, riconoscendo le emissioni odorigene come una forma di inquinamento sanzionabile. Questo ha portato a un cambiamento nell'approccio delle istituzioni, delle aziende e dei cittadini nei confronti degli odori. Il Decreto 309 del 2023 ha ulteriormente dettagliato le linee guida nazionali per le emissioni odorigene, stabilendo limiti specifici in base al tipo di area, più stringenti nei centri urbani e più permissivi nelle zone industriali e agricole. La citizen science, attraverso iniziative come l'app Geonose del laboratorio di Udine, sta rivoluzionando il monitoraggio degli odori. Questa piattaforma consente ai cittadini di segnalare molestie olfattive, permettendo ai ricercatori di tracciare l'origine degli odori incrociando i dati di geolocalizzazione e meteorologici. Progetti simili, come il Nose (Network for odour sensitivity) in Sicilia, hanno raccolto migliaia di segnalazioni, soprattutto dall'area di Siracusa, caratterizzata dalla presenza di un vasto polo petrolchimico. I dati raccolti sono fondamentali per monitorare la situazione, denunciare il superamento dei limiti di legge e, in alcuni casi, avviare azioni legali, ribadendo il diritto di ogni cittadino a vivere in un ambiente salubre.