Nel cuore dell'inverno tedesco, la 75ª edizione del Festival Internazionale del Film di Berlino si è svolta in un clima politico teso, pochi giorni prima delle importanti elezioni federali. Questo evento cinematografico ha offerto una piattaforma per riflettere su temi sociali e politici contemporanei, con una nuova direzione che promette di rinnovare l'identità del festival. La statunitense Tricia Tuttle ha preso le redini, succedendo a Carlo Chatrian e Mariëtte Rissenbeek, con l'intento di riportare il festival sulla retta via, mantenendo però il suo impegno sociale. Il discorso inaugurale ha evidenziato la necessità di resistere alle ideologie estremiste, mentre i film presentati hanno esplorato questioni come l'alienazione, la libertà e la responsabilità sociale.
In questa edizione, la città di Berlino ha accolto registi e attori provenienti da ogni angolo del mondo, creando un'atmosfera di introspezione e critica sociale. Il festival si è aperto il 13 febbraio, sotto la guida di Tricia Tuttle, che ha espresso chiaramente il suo impegno verso un cinema impegnato e resistente. Il presidente della giuria, Todd Haynes, ha ribadito la necessità di affrontare le sfide politiche attuali, mentre Tilda Swinton, insignita dell'Orso d'Oro per l'intera carriera, ha denunciato le ingiustizie globali.
Uno dei momenti più attesi è stato la proiezione di "Mickey 17", diretto dal coreano Bong Joon-ho. Questo film distopico, rimasto a lungo bloccato negli archivi della Warner Bros., presenta una satira politica che risuona stranamente attuale. Mark Ruffalo interpreta un guru tecnologico-totalitario, mentre Robert Pattinson offre una performance intensa in un ruolo che esplora la condizione umana in un futuro post-umano.
Altri film notevoli includono "Dreams" di Michel Franco, che analizza le dinamiche di potere tra un ballerino messicano e una ricca filantropa, e "O último azul" di Gabriel Mascaro, che racconta la storia di Teresa, una donna anziana che fugge da una società ossessionata dalla produttività. Questo film brasiliano offre un viaggio poetico e liberatorio lungo i fiumi amazzonici, esplorando temi di libertà e disobbedienza.
Infine, "Ari" di Léonor Sérraille ha toccato il cuore del pubblico con la sua dolcezza e profondità, esaminando le difficoltà della generazione burnout attraverso il protagonista Ari, un aspirante maestro che scopre il significato del legame umano.
La 75ª Berlinale ha dimostrato che il cinema può essere uno strumento potente per esplorare e criticare la realtà sociale e politica contemporanea, offrendo spunti di riflessione e speranza per il futuro.
Dalla prospettiva di un giornalista, questo festival rappresenta un momento cruciale per il cinema mondiale. Non solo ha riproposto la sua tradizione di resistenza e impegno sociale, ma ha anche offerto nuove voci e storie che possono ispirare cambiamenti positivi nella società. In un mondo sempre più complesso e incerto, il cinema continua a essere un mezzo essenziale per comprendere e migliorare la nostra realtà.