Cronaca
Goffredo Fofi: Un Intellettuale Irriverente e Libero
2025-07-11

Goffredo Fofi è stato un personaggio eccezionale nel panorama culturale italiano, un vero e proprio 'disobbediente' che ha saputo mantenere una coerenza intellettuale rara, abbracciando contraddizioni e trasformandole in forza motrice per il cambiamento. La sua esistenza è stata un continuo fluire tra impegno sociale, critica letteraria e promozione culturale, sempre con uno sguardo acuto e anticonformista. Ha saputo tessere una rete di connessioni uniche, unendo mondi apparentemente distanti e dando voce a chi ne era privo, un vero e proprio agitatore di idee e coscienze.

La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo lascito è immensi: un modello di intellettuale che non si è mai piegato al conformismo, sempre pronto a sfidare lo status quo, a sostenere i giovani talenti e a stimolare un dibattito aperto e critico. La sua figura rimarrà un faro per tutti coloro che credono nel potere della cultura come strumento di liberazione e di trasformazione sociale, un esempio di come l'intelligenza e l'impegno possano convivere con l'ironia e la capacità di mettersi in discussione.

Il Percorso di un Intellettuale Eclettico

Goffredo Fofi, una figura intellettuale di spicco scomparsa a Roma l'11 luglio 2025, ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama culturale italiano. Conosciuto per il suo spirito ironico e provocatorio, Fofi ha sempre rifiutato l'autocelebrazione, preferendo invece un titolo programmatico per la sua biografia mai scritta, 'Son nato scemo e morirò cretino', che rifletteva la sua natura anticonformista e la sua capacità di conciliare la cultura 'alta' con quella popolare. La sua vita è stata un costante impegno critico e attivista, un continuo sforzo per connettere idee e persone, dimostrando una rara capacità di navigare tra le contraddizioni e di trasformarle in stimoli per una visione del mondo sempre in evoluzione.

Nato a Gubbio nel 1937, Goffredo Fofi ha intrapreso un percorso che lo ha portato lontano dai luoghi d'origine, prima in Sicilia al fianco di Danilo Dolci nelle lotte nonviolente contro la povertà, poi nelle fabbriche del nord Italia, dove ha documentato le condizioni degli immigrati meridionali con un'inchiesta che scosse il mondo editoriale dell'epoca. Il suo ritorno al sud, in particolare a Napoli, ha segnato un'altra fase importante del suo impegno, con la fondazione della Mensa dei bambini proletari. Fofi è stato anche un animatore infaticabile di riviste culturali, come i Quaderni Piacentini e Lo Straniero, luoghi di confronto e di recupero di figure controverse come Totò. La sua capacità di 'disobbedire' alle logiche dominanti e di cedere il microfono a chi non aveva voce, specialmente ai giovani talenti, rappresenta la sua eredità più significativa, un monito contro la mediocrità e il conformismo.

L'Eredità di un Agitatore Culturale

Goffredo Fofi non è stato solo un critico e un attivista, ma un vero e proprio agitatore culturale che ha saputo creare ponti tra mondi diversi, promuovendo il dialogo e il confronto. La sua abitazione a Roma era un crocevia di intellettuali, artisti e attivisti, un luogo dove direttori editoriali e giovani giornalisti, registi affermati e scrittori esordienti potevano incontrarsi e scambiare idee. Questa capacità di tessere reti e di sostenere i talenti emergenti, anche a costo di aspri confronti, ha caratterizzato tutta la sua vita, dimostrando una generosità intellettuale che andava oltre le convenzioni. Fofi era convinto che il valore delle idee risiedesse nella loro capacità di circolare e di generare nuove riflessioni, senza preconcetti né barriere.

La sua visione non si limitava al solo mondo intellettuale, ma si estendeva a una profonda preoccupazione per la società e le sue ingiustizie. La sua instancabile ricerca di 'luoghi e persone', come recita il titolo di un articolo a lui dedicato, lo ha portato a esplorare diverse realtà sociali e culturali, sempre con l'obiettivo di comprenderle e di contribuire al loro miglioramento. I suoi scritti, come 'Cari agli dèi', riflettono la sua nostalgia per un'epoca di grandi intellettuali e la sua critica alla mediocrità contemporanea, ma al contempo esprimono la sua fiducia nelle nuove generazioni. La sua lezione più grande è stata proprio questa: la capacità di rimanere un 'disobbediente' intellettuale, sempre pronto a sfidare le logiche di mercato e di potere, e a dare spazio a chi, altrimenti, sarebbe rimasto nell'ombra.

more stories
See more