Cronaca
Tregua tra Iran e Israele: un accordo fragile mediato dagli Stati Uniti
2025-06-24

Il 24 giugno, a seguito di un’intensa fase di undici giorni di conflitto che ha visto bombardamenti americani senza precedenti contro le infrastrutture nucleari iraniane, è stato siglato un delicato accordo di cessate il fuoco tra l'Iran e Israele. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confermato l'effettiva entrata in vigore della tregua, sebbene avesse precedentemente espresso preoccupazioni riguardo a presunte violazioni da entrambe le parti. Sia Teheran che Gerusalemme hanno chiarito che non esiteranno a rispondere con fermezza a qualsiasi infrazione dei termini dell'accordo, sottolineando la natura precaria di questa pace.

Le ostilità erano divampate il 13 giugno con un'offensiva israeliana volta a prevenire l'Iran dall'acquisizione di armamenti nucleari, un'accusa che Teheran ha sempre respinto, insistendo sulla natura civile del proprio programma nucleare. La reazione iraniana non si è fatta attendere, con il lancio di missili e droni verso Israele. Nonostante l'annuncio della tregua, la mattinata del 24 giugno ha visto le sirene d'allarme risuonare nel nord di Israele; sebbene l'Iran abbia negato il lancio di missili, fonti militari israeliane hanno riportato l'intercettazione di due proiettili. Il ministro della difesa israeliano, Israel Katz, ha ribadito la volontà di reagire con forza a ogni violazione, ma un successivo colloquio telefonico tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Trump ha portato Israele a "astenervi" da ulteriori rappresaglie immediate. Nello stesso pomeriggio, i media iraniani hanno riferito di esplosioni nel nord del paese. Prima dell'instaurazione del cessate il fuoco, si erano registrati attacchi significativi: un bombardamento iraniano aveva causato quattro vittime a Beersheva, nel sud di Israele, mentre un'offensiva israeliana aveva provocato nove morti nel nord dell'Iran, incluso uno scienziato del programma nucleare. Il bilancio ufficiale iraniano, limitato alle vittime civili, ha registrato oltre 610 morti e più di 4.700 feriti in Iran a seguito degli attacchi israeliani, mentre i bombardamenti iraniani hanno causato 28 vittime in Israele. Il giorno precedente, il 23 giugno, l'Iran aveva lanciato missili contro la base militare statunitense di Al Udeid in Qatar, in risposta ai raid americani, un attacco che Trump ha minimizzato definendolo "molto debole" e ringraziando Teheran per il preavviso che ha evitato perdite di vite umane.

Questo cessate il fuoco, seppur instabile, offre una prospettiva di speranza in una regione da troppo tempo lacerata da conflitti e tensioni. La capacità delle parti di mantenere gli impegni assunti e di resistere a ulteriori provocazioni sarà cruciale per il futuro. L'intervento e la mediazione internazionale, come la sollecitazione del Qatar a riprendere i dialoghi sul programma nucleare iraniano e l'appello di Parigi, Berlino e dell'opposizione israeliana per la fine del conflitto a Gaza, dimostrano l'urgenza di un impegno collettivo verso la de-escalation e la ricerca di soluzioni diplomatiche durature. La pace, sebbene ardua da conquistare, rappresenta l'unico percorso sostenibile per garantire la sicurezza e il benessere delle popolazioni coinvolte, trasformando l'ombra della guerra in un'opportunità per la costruzione di un futuro più stabile e giusto.

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