L'assemblea annuale della compagnia Generali, prevista per il 24 aprile a Trieste, segna un ritorno alle riunioni in presenza dopo la precedente data del 8 maggio. Questo evento è particolarmente significativo poiché si preannuncia una vigorosa discussione per il rinnovo del consiglio di amministrazione per il prossimo triennio. Tre liste diverse competono per ottenere i voti necessari: una lista di maggioranza presentata da Mediobanca, una lista di minoranza promossa da Francesco Gaetano Caltagirone, e una terza lista sostenuta dai gestori dei fondi soci. Il voto sarà influenzato non solo dagli interessi economici ma anche dalle preoccupazioni politiche, specie riguardo alla joint venture con Natixis che solleva dubbi sul controllo degli asset assicurativi italiani.
Il quadro delle dinamiche interne a Generali risulta complesso e multiforme. La lista di maggioranza, guidata da Mediobanca, intende mantenere la continuità con Andrea Sironi come presidente e Philippe Donnet al vertice esecutivo. L'elemento chiave, tuttavia, è rappresentato dalla lista di minoranza lunga proposta da Caltagirone, che potrebbe ottenere il sostegno dell'altra grande azionista, Delfin della famiglia Del Vecchio. Questa coalizione potrebbe avere un impatto significativo sulla composizione del consiglio. Le altre liste, supportate dai gestori dei fondi soci, mirano a conquistare l'appoggio degli investitori istituzionali, rendendo la situazione ancora più intricata.
Le decisioni prese durante questa assemblea avranno ripercussioni notevoli sui futuri andamenti della compagnia. La joint venture con Natixis, annunciata da Donnet, ha destato preoccupazioni nel governo Meloni, che teme un'influenza crescente da parte di enti francesi sulla gestione del risparmio italiano. Donnet ha tentato di tranquillizzare le autorità, suggerendo l'uso del golden power per garantire protezioni agli interessi nazionali. Tuttavia, l'accordo non è ancora stato notificato ufficialmente, poiché mancano approvazioni cruciali dai sindacati francesi e italiani. Questo ritardo ha sollevato ulteriori dubbi sulle procedure adottate dalla compagnia.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito l'impegno del governo a utilizzare il golden power come strumento di monitoraggio e regolazione, evitando l'estrema misura del veto. Questa posizione indica che il governo intende procedere con cautela, valutando attentamente ogni aspetto dell'accordo prima di prendere decisioni definitive. La partita è appena iniziata, e gli sviluppi successivi all'assemblea saranno determinanti per il futuro di Generali e delle sue operazioni internazionali.